Il Giorno del Ricordo, istituito dallo Stato italiano nel 2004 e celebrato ogni 10 febbraio, è un’occasione per commemorare le vittime delle foibe e l’esodo forzato della popolazione italiana dall’Istria e dalla Dalmazia dopo la Seconda Guerra Mondiale.
A partire dal settembre 1945, in queste terre si consumò una tragedia di enorme portata. I partigiani comunisti di Tito instaurarono un clima di terrore, attuando una violenta repressione che portò all’uccisione di migliaia di italiani, gettati nelle foibe.
Il dramma si aggravò con il Trattato di Parigi del 1947, che sancì il passaggio dell’Istria e della Dalmazia alla Jugoslavia. Questa decisione intensificò le persecuzioni, costringendo all’esodo forzato gli italiani che ancora vi risiedevano. Da un giorno all’altro, migliaia di persone furono obbligate ad abbandonare le proprie case, i propri beni e il proprio lavoro, diventando stranieri nella loro terra d’origine. Per molti, l’unica alternativa alla fuga era la morte per mano del regime titino.
Oggi a noi è dato il compito di ricordare il passato della nostra storia e per lasciare un segno alle generazioni future affinché possano vivere con più consapevolezza, giustizia e riconoscenza.
“Dimenticare e cancellare le foibe è come seppellire la nostra storia. Un Paese senza memoria è un Paese senza identità.”
Rinaldo Sidoli
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